Lucia Ferro & Silvia Valentini - UNICORN

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SILVIA VALENTINI
nata a San Donà di Piave nel 1982, vive a Cavallino – Treporti.
Fin da bambina si è trovata nel bel mezzo del mondo della fotografia, essendo stato il padre un apprezzato e appassionato professionista del settore.
Seguendo il papà per lei è stato naturale addentrarsi in quest’arte, soprattutto nella sua forma più libera, quella dei reportage e della rappresentazione di vari aspetti della vita umana. Cimentarsi con un tema quasi immateriale come quello di questo evento per lei è stato come accettare una vera e propria nuova scommessa.
 
LUCIA FERRO
nata il 20.11.1955 a Murano, fa la Fisioterapista  con passione a Ca’ Savio
(dove da 30 anni vive) e in altri luoghi dell’Ulss Veneziana.
Sposata, due figli. Ama moltissimo la Natura, e il Litorale dove vive;
ha realizzato un libriccino (un racconto, con disegni di Luigi Piva)
ispirato dal Gelso del Forte Vecchio.
Ha ottenuto diversi riconoscimenti per le sue poesie; in particolare ha
vinto nel 2000 il Concorso Nazionale di Poesia Walter Tobagi.
Fa parte del Gruppo locale “Parola di Donna”, col quale ha curato per una dozzina d’anni delle “Serate di letture al femminile” dai titoli e temi più vari, coinvolgendo decine di compaesane nello scrivere e nel condividere
ad alta voce storie e testimonianze. 
E-mail :  poetina@tiscali.it
  - Tutto grande intorno,
luce,
gioco io,
nella sabbia
faccio forme
che vanno in cerchio
come una collana
rido ascolto dentro e fuori,
il suono è fatto di conchiglie a pezzettini,
il Vento spinge, mi solleva,
rido io, allora io,
  … sono io che sono il mare?...
… Mammaaa!,
guarda, sono io che sono il Mare!
… sono io
il Mare Grande,
e tu Mamma Tu che guardi
Tu sei il Sole,
io qui gioco!...
Brillo! Gioco!
TRAMA

Freddo  sotto  la    mia
pelle,
la Tristezza  ha   diritto
d’esser  danzata.
Brilla  nelle lacrime,
morbidissima  e   viva,
figlia di un impulso
d’amore.
Non è il dolore che ardeva,
è,  sottile, una trama d’argento,
posso farne un incanto per gli occhi,
un’  amaca
per cullare
il domani
(posso diventare leggera,
e giocarvi a salire).
La Tristezza vuole esser danzata.
La danzo, per trovare lo spazio,
la quiete
lo Sguardo
per ciò che non si cambia, per ciò che è già stato.
TUFFO

In
altalena
mi tuffo nel cielo,
mi tuffo nel fondo,
mi tuffo nel cielo e i piedi
bucano l’ultimo vento dell’aria
e - così in alto - insieme sento di me
i  l       p  e  s  o      e       l  a       l   u     c    e
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