NICOLE SANTIN
Anni 12
Cavallino Treporti
È una ragazza di 12 anni che frequenta la seconda media presso la scuola secondaria di primo grado Vittore Carpaccio a Ca’ Savio.
Da sempre ama scrivere e le due poesie con cui partecipa a questo concorso sono ricavate da un tema d’Italiano col quale ha voluto omaggiare la sua insegnante di Lettere: la professoressa A.R.
Era l’ultima verifica d’Italiano di fine anno scolastico e la consegna proponeva di scrivere un tema a piacere scegliendo tra una pagina di diario e una storia fantastica.
Nicole racconta “… mi ricordai all’improvviso di un giorno in cui l’insegnante d’Italiano ci raccontò che, quando era ancora alunna, la sua insegnante le diede da eseguire un tema con il titolo “Cadono le Foglie”, da lei considerato, all’epoca, assai difficile. Ho deciso così di provare la difficoltà di questo compito.”
Le fotografie sono state scattate da Nicole nel giardino di Casa.
Cavallino Treporti
È una ragazza di 12 anni che frequenta la seconda media presso la scuola secondaria di primo grado Vittore Carpaccio a Ca’ Savio.
Da sempre ama scrivere e le due poesie con cui partecipa a questo concorso sono ricavate da un tema d’Italiano col quale ha voluto omaggiare la sua insegnante di Lettere: la professoressa A.R.
Era l’ultima verifica d’Italiano di fine anno scolastico e la consegna proponeva di scrivere un tema a piacere scegliendo tra una pagina di diario e una storia fantastica.
Nicole racconta “… mi ricordai all’improvviso di un giorno in cui l’insegnante d’Italiano ci raccontò che, quando era ancora alunna, la sua insegnante le diede da eseguire un tema con il titolo “Cadono le Foglie”, da lei considerato, all’epoca, assai difficile. Ho deciso così di provare la difficoltà di questo compito.”
Le fotografie sono state scattate da Nicole nel giardino di Casa.
Addio estate
Chiusi gli occhi dopo aver fissato a lungo
fasci di luce che riuscivano
ad aprirsi un varco tra i rami
e ordinare alle foglie di cadere.
Anche gli uccelli avevano ricevuto il messaggio
e con il loro canto melodioso
sembravano dedicare
il loro ultimo addio all’estate
e il loro primo saluto all’autunno.
Con la mano sentii la terra,
anche lei stava ritirando fiori e profumi
che avevano caratterizzato l’ estate di colore e di allegria,
stava dando spazio ad una marea di foglie
che avrebbe inondato il mio giardino di malinconia,
la stessa malinconia che provavo
per avermi lasciato alle spalle quella meravigliosa stagione…
l’ estate.
Chiusi gli occhi dopo aver fissato a lungo
fasci di luce che riuscivano
ad aprirsi un varco tra i rami
e ordinare alle foglie di cadere.
Anche gli uccelli avevano ricevuto il messaggio
e con il loro canto melodioso
sembravano dedicare
il loro ultimo addio all’estate
e il loro primo saluto all’autunno.
Con la mano sentii la terra,
anche lei stava ritirando fiori e profumi
che avevano caratterizzato l’ estate di colore e di allegria,
stava dando spazio ad una marea di foglie
che avrebbe inondato il mio giardino di malinconia,
la stessa malinconia che provavo
per avermi lasciato alle spalle quella meravigliosa stagione…
l’ estate.
Cadono le foglie
Era una luminosa mattina d’autunno,
me ne stavo lì , nel portico di casa
a guardare le foglie cadere.
“Cadono le foglie” pensai,
mi sentivo sola, persa,
come le foglie che cadendo
non sanno mai dove atterrare.
Una folata di vento
avrebbe potuto trasportarle
chissà mai in quale luogo,
in quale altra dimensione lontana.
Decisi di stendermi sull’erba,
chiusi gli occhi
sentii il calore di alcuni raggi scaldarmi il viso.
Lo consideravo un modo perfetto per liberare
la mente da pensieri, parole, lettere,
che fino a quel momento occludevano il mio cuore.
Aprii gli occhi,
mi accorsi della bellezza
che scorreva libera e maestosa
tra quei raggi che tingevano
il mio viso di malinconia e felicità.
Capii che proprio in quella rara e luminosa
mattina d’autunno
il sole aveva espresso tutta la sua grandezza e la sua poesia.
Era una luminosa mattina d’autunno,
me ne stavo lì , nel portico di casa
a guardare le foglie cadere.
“Cadono le foglie” pensai,
mi sentivo sola, persa,
come le foglie che cadendo
non sanno mai dove atterrare.
Una folata di vento
avrebbe potuto trasportarle
chissà mai in quale luogo,
in quale altra dimensione lontana.
Decisi di stendermi sull’erba,
chiusi gli occhi
sentii il calore di alcuni raggi scaldarmi il viso.
Lo consideravo un modo perfetto per liberare
la mente da pensieri, parole, lettere,
che fino a quel momento occludevano il mio cuore.
Aprii gli occhi,
mi accorsi della bellezza
che scorreva libera e maestosa
tra quei raggi che tingevano
il mio viso di malinconia e felicità.
Capii che proprio in quella rara e luminosa
mattina d’autunno
il sole aveva espresso tutta la sua grandezza e la sua poesia.